Malaffare case popolari, abbandono da parte del Comune e della Regione Lazio

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Molta è l’attenzione dei mass media e di alcuni settori politici, in questi giorni, sul malaffare legato alle case popolari, scaturito a seguito dei funerali di Vittorio Casamonica, come di altri gruppi criminali della città, che avrebbero ottenuto immobili Ater con la compravendita e occupandoli. E’ la scarsa attenzione da circa 20 anni al patrimonio pubblico a determina questo stato di fatti.

La Regione Lazio tiene commissariati gli Ater di Roma e del Lazio, non insedia i consigli di amministrazione che avrebbero ben altro ruolo rispetto agli attuali commissari. In particolare, come Unione Inquilini Roma di Primavalle, ribadisco che l’Ater di Roma vive uno stato di abbandono: non vengono stanziati nuovi finanziamenti dalla Regione Lazio, servizi e manutenzioni ritardano.

Nonostante l’articolo 5 del piano Lupi che nega la possibilità  di avere l’attacco di acqua e luce, continua la compravendita abusiva degli alloggi attualmente tra i 40.000 e 50.000 euro a immobile.

Gravissima e’ la situazione della commissione assegnazioni alloggi del comune, che da molto tempo,non assegna gli immobili disponibili, sia Ater che Comunali, e si tratta di parecchie centinaia di appartamenti.

Gravi anche i ritardi della Regione Lazio che non attua la regolarizzazione di chi è abusivo. Questo lascia circa 7000 famiglie in bilico: all’interno dei palazzi Ater e comunali dunque una parte degli inquilini è assegnatario, un’altra no.

Per noi che seguiamo da anni le problematiche di chi vive nell’edilizia residenziale pubblica è importante chiedere a tutti le parti in causa di costruire un percorso stabilile e continuativo sul diritto alloggio:
- che la finanza incroci i dati di chi vive nelle case popolari e verifichi con i dati del contatore dell’elettricità e del gas se in quell’appartamento pubblico, ci vivono o no.

- che la polizia verifichi se ci sono dei criminali, che nelle case popolari fanno una base di spaccio o di controllo del quartiere;

- che il comune di Roma assegni e pre-assegni le case popolari ai 12000 aventi fatto richiesta,partecipando al bando pubblico.
- che la magistratura persegua chi prende i soldi della compravendita, ma anche chi li dà.

Non si tratta di dire ”chiudiamo l’Ater”, ma di sciogliere nodi problematici che ad oggi bloccano una delle strutture pubbliche più grandi della Regione Lazio e che garantisce un tetto ai settori più deboli della società.

Per cui sarà importante che a settembre con la riapertura dell’anno politico, sia Comune che Regione decidano di rilanciare il diritto all’alloggio popolare, investendo in progetti e nuovi finanziamenti e in accordo con gli inquilini, aumenti il patrimonio pubblico, garantendone servizi, ad un giusto affitto.

Come sindacato Inquilini siamo stati sempre in prima fila contro il malaffare sulle case popolari rischiando anche in prima persona. Chiediamo che la Magistratura chiuda le pratiche e che chi specula sulle case popolari venga perseguito come richiesto dalla legge.

per L’UNIONE INQUILINI Renato Rizzo

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